Corso di Introduzione alla pratica della Work Discussion

 

Sviluppato presso la Tavistock Clinic di Londra nella metà degli anni ’60, il metodo della work discussion è pensato per promuovere la riflessione e l’osservazione sulle dinamiche emotive e inconsce che entrano in gioco nelle relazioni d’aiuto in diversi contesti lavorativi, quali il servizio sociale, l’insegnamento, la pratica educativa, i servizi per la prima infanzia, il lavoro con i giovani e in comunità, le terapie psicologiche, la giustizia minorile.

Obiettivi
• Promuovere una funzione osservativa e riflessiva, anche durante situazioni lavorative complesse in cui si è particolarmente coinvolti emotivamente;
• Potenziare il riconoscimento dei fattori emotivi e la comprensione delle dinamiche relazionali;
• Predisporre uno spazio di confronto sulle proprie esperienze lavorative con professionisti di altri settori;
• Facilitare la scrittura in prima persona di resoconti dettagliati di interazioni in un contesto lavorativo.

A chi si rivolge

I seminari sono rivolti a assistenti sociali, educatori professionali, psicologi, psicoterapeuti, insegnanti, formatori, sociologi, avvocati, operatori socio-sanitari e altri operatori sociali che lavorano con bambini, adolescenti e famiglie.

Il Corso è stato accreditato dal CROAS Puglia sono pertanto riconosciuti n.15 crediti formativi per Assistenti Sociali. 

Frequenza

Il corso si articola in 7 incontri di 3 ore ciascuno, con piccoli gruppi di massimo 8 partecipanti. Si terrà a Lecce, presso la sede dell’associazione Psi.f.i.a. di venerdì, dalle ore 16,15 alle ore 19,15 a partire dal 24 gennaio 2020.

Date

24 gennaio; 14 – 21 febbraio; 06 – 20- 27 marzo; 17 aprile

Costi

La partecipazione all’intero percorso (7 seminari, 21 ore totali) prevede un costo di €220,00 (iva inclusa).

Per iscriversi:

Inviare la scheda di iscrizione e la distinta di bonifico all’indirizzo: centropsifia@gmail.com

Segreteria Organizzativa

Associazione Psi.f.i.a.

Tel. 3206166995

(referente Dott.ssa Aurora Polito)

 
Osservare significa esercitare uno sguardo circolare, rivolto non solo all’altro, ma anche a se stessi. E' così che si può trovare la giusta posizione da cui "mettere a fuoco" la persona che si desidera aiutare. Diversamente, sarebbe come volgere lo sguardo a un oggetto troppo lontano o troppo vicino, senza riuscire a riconoscerne i confini. La pratica osservativa aiuta a trovare la "giusta distanza" per riuscire a vedere l'altro e la relazione con lui, con le sue possibilità e i suoi limiti.