In un momento storico che vede costantemente alternarsi vita e isolamento sembra essere sempre più difficile per gli adolescenti fare i conti con un mondo esterno rappresentato come pericoloso. Se il contatto con l’altro può essere nocivo, anche il rimanere soli con i propri pensieri può risultare spaventoso. La realtà virtuale può rappresentare allora la facile alternativa al proprio mondo esterno e interno, un surrogato di un luogo mancato in cui rifugiarsi dal contatto con l’altro, potenzialmente portatore del virus, ma anche del rischio emotivo di confrontarsi, entrare in relazione, sentendosi esposti. Nell’ottica di creare un luogo di scambio in cui i giovani possano esprimersi e dialogare insieme a scuola e territorio, il seminario propone di provare ad ascoltare le voci dei ragazzi che vivono questo lungo momento di pandemia, per iniziare a comprendere come può realizzarsi per loro un nuovo modo di ritrovarsi, con sé stessi, nel mondo.