Massimo Recalcati, L’ora di lezione

“Non respira, non conta più nulla, arranca, è povera, marginalizzata, i suoi edifici crollano, i suoi insegnanti sono umiliati, frustrati, scherniti, i suoi alunni non studiano, sono distratti o violenti […] E’ delusa, afflitta, depressa, non riconosciuta, colpevolizzata, ignorata […] E’ già morta? E’ ancora viva? Sopravvive? Serve ancora a qualcosa oppure è destinata a essere un residuo di un tempo oramai esaurito? E’ questo il ritratto smarrito della nostra Scuola.

Questo l’incipit del saggio di Massimo Recalcati ‘L’ora di lezione’, il cui tema, la scuola con il suo potenziale e le sue criticità, coinvolge e richiama alla riflessione tutti, genitori, insegnanti e allievi, piccoli e grandi. Non si può non rimanere colpiti da questa immagine nitida, dettagliata, toccante, di gran parte della realtà scolastica attuale.

In questo passaggio l’autore sembra avere nella mente il modello di una scuola ‘funzionante’ che non c’è più (del passato o desiderata?), al quale sembra contrapporsi il vissuto di fallimento sollecitato dalla scuola attuale. Certo, crescere e formarsi in una scuola smarrita è faticoso. Un senso di vuoto e nello stesso tempo di curiosità per le successive pagine può cogliere il lettore, frastornato dal confrontarsi con sensazioni diverse, già dalle prime righe del libro. Invece di proseguire, chiudo il libro, per osservarne meglio la copertina.

Una lunga fila di bambini in divisa scolastica attende che un’insegnante (o un’infermiera) con un camice bianco somministri a ciascuno di loro una medicina (olio di fegato di merluzzo, scopro successivamente). La foto fa pensare ad una scuola di altri tempi, a quell’antica istituzione concentrata sul rigore e la disciplina, ma nello stesso tempo si respira qualcosa di famigliare. Simbolicamente quella scena rimanda anche l’idea, quanto mai attuale, di un sapere ‘imboccato’ agli studenti, come fossero dei ‘vuoti’ da ‘riempire’. La scuola di un tempo e quella odierna, appaiono a prima vista opposte, ma analizzandone il percorso evolutivo, Recalcati sembra avvicinarle e a volte sovrapporle, come fossero i risvolti di una stessa medaglia.

L’autore descrive nella prima parte del libro lo sviluppo del mondo scolastico chiamando in causa il concetto psicoanalitico di ‘complesso’, inteso come un insieme organizzato di rappresentazioni inconsce che orienta e dirige la vita delle persone, ma anche quella dei gruppi e delle istituzioni. Attraverso una prosa fluida e ricca di dettagli, analizza la relazione tra maestro e allievo con le categorie della seduta psicoanalitica e costruisce gran parte del suo racconto a partire dal pensiero dello psicoanalista Lacan e dalle sue teorie sul ruolo ed il valore della parola e del linguaggio. Non mancano numerosi riferimenti filosofici all’argomento formazione.

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